"Continuerai a farti scegliere,
o finalmente, sceglierai..."

L'alternativa che c'è

Renzi vincerà le primarie, Cuperlo sarà secondo, Civati terzo. Molti la vogliono così la storia di domenica prossima. Già scritta. Senza alternative, come ci siamo abituati a fare su tutto. E se questa storia si potesse cambiare? Chiudete gli occhi, e provate a immaginare cosa accadrebbe lunedì 9 dicembre se il Partito Democratico avesse Civati come segretario. Molti, a cui fa un po' ribrezzo solo pronunciarlo il nome Pd,  avrebbero finalmente una casa politica.
Ma soprattutto, ci sarebbe un Partito che si occupa di cambiare le condizioni di vita.
Perchè se hai il reddito minimo garantito lo sfruttatore che ti offre 3 euro l'ora per una postazione in un call center hai lo strumento per mandarlo a quel paese. Perchè la metropolitana d'Italia (nel senso di investire sulle ferrovie regionali e non sulla tav o le megastrade inutili), i rifiuti zero, il consumo di suolo zero, significa non restare intrappolati nel traffico, nello stress di città sovraffollate dalla speculazione edilizia, significa avere il diritto di godere del paesaggio e della bellezza di un Paese diverso. Perchè se hai un compagno o una compagna potrai decidere liberamente, se avere diritti da conviventi o se unirti in matrimonio. Perché se sei una donna che sceglie di interrompere la gravidanza secondo una legge che esiste e che hanno anche votato tutti gli italiani non farai più lo slalom tra obiettori di coscienza che ti colpevolizzano; e se invece sei una donna che una gravidanza la vuole ma hai malattie che lo impediscono non avrai più una legge che vieta la fecondazione assistita. E per centinaia di altri perché. 
Se ne occuperebbe perché guidato da un gruppo dirigente libero di farlo. E liberissimo di essere mandato a quel paese se non lo facesse.
E soprattutto: se ne potrebbe occupare perché un Partito così, le elezioni al tempo della crisi, le vincerebbe.
Vuole infatti la descrizione del futuro senza alternative che serve Renzi perché solo lui può battere Berlusconi.
Pura distorsione. I fautori del “non ci sono alternative” dimenticano che è al passato che non si possono imporre alternative, mentre il presente è il momento della libera scelta per condizionare il futuro (altrimenti, e questo vale purtroppo per molti, si è automi incapaci di libero arbitrio).
Non c’è alternativa nel passato al fatto che il 25% degli italiani (il 70% tra i più giovani), hanno votato il Movimento Cinque Stelle, soprattutto perché nessun Partito sembra in grado di non perdersi in chiacchiere, di incidere sulla povertà che morde, su un paese messo al tappeto da corruttele e favoritismi vari, da conflitti di interesse che dal magnate delle televisioni all’amministratore locale che si spartisce mazzette sulla cementificazione riguarda la destra (in forma strutturale) e la sinistra (in una misura che va oltre le “poche mele marce”).
Questa storia fa sì che per vincere, il Pd, il centrosinistra, non debba solo battere Berlusconi (su cui, ha ragione Civati, il cognome è lo stesso, ma non è detto che sia Silvio), ma anche il Movimento 5 stelle. Che si batte sfidandolo a fare insieme le cose su cui ha ragione, per mettere finalmente in evidenza ciò su cui ha torto (vedi immigrati e litania che destra e sinistra uguali sono, che è la base culturale essenziale della destra). Perché la sua base sono cittadine e cittadini che non vogliono nemmeno sentirli parlare i “politici”. E questo non è un problema di voti. Ma di democrazia.
La proposta di Civati non è quella che meglio si inserisce in questo scenario?
Non è la sua, la proposta che dà in mano ai molti (militanti sinceramente appassionati del Pd) le chiavi per riavvicinare le persone ad un Partito? 
Renzi può piacere o non piacere per il suo programma, che poi è la Terza Via degli anni ’90 salvo il problema che c’è una crisi finanziaria che ha distrutto il presupposto di quella visione. Ovvero quella per cui la globalizzazione economica creava più ricchezza, senza limiti. E che la sinistra poteva accettare il capitalismo finanziario perché di questa maggiore ricchezza un po’ poteva ridistribuirne.
Ma non può che dispiacere perché anche il nostro, poverino, è stato colto dal virus del “non ci sono alternative”. Per essere Segretario e candidato premier, deve aver pensato, “non ci sono alternative” a caricarsi buona parte di quel gruppo dirigente che diceva di voler rottamare. E invece poteva sceglierla una strada diversa. “it’s freedom, stupid” per parafrasare il Clinton degli anni 90 che tanto sembra piacere al nostro. Se non eserciti libertà ti giochi la credibilità, chiaro Matteo?
Cuperlo è rimasto a Gaber “la rivoluzione oggi no, domani forse, ma dopodomani la facciamo sicuro”. Parla bene l’ex belloccio, è bravo a fare analisi. Ma poi? Poi, la sinistra, il lavoro, la crescita fatta con la spesa pubblica non diventeranno mai azione, perché alle larghe e incondizionate intese dei pasdaran dell’austerità, non quella di Berlinguer eh, quella che “ce la chiede l’Europa”, “non ci sono MAI alternative”. E così si diventa dischi rotti che nessuno ascolta più.
La verità alle volte è sconvolgente; così tanto da non volerla vedere. La verità è che le alternative esistono. E si scelgono. Altrimenti non avrebbe senso la democrazia, non avrebbero senso le primarie, non avrebbe senso un Partito.

L’alternativa c’è. Bastano 2 euro, il documento di identità, e la voglia di scrivere con la matita al seggio delle primarie la storia di chi ha scelto un altro futuro. Che senza atti di fede, senza urla, né arroganza, oggi ha un nome e un cognome. Quello di Pippo Civati.

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