"Continuerai a farti scegliere,
o finalmente, sceglierai..."

Pensierino democratico: la bicicletta!

Come avete imparato ad andare in bicicletta? A me è successo così...
avevo la mia piccola bici stile cross rossa fiammante (molto anni 80): ovviamente all'inizio lì accanto alla ruota posteriore c'erano due piccole rotelle a impedirmi di cadere.
A un certo punto mio papà ha svitato le rotelle, mi ha accompagnato per un piccolo tragitto, tenendo la bicicletta dal retro affinchè mi sentissi più sicuro nelle prime pedalate; poi, senza che quasi me ne accorgessi, ha staccato le sue mani dalla bici e mi ha lasciato libero di correre...
Non era sicuro che non potessi prima o poi cadere, certamente ha sentito che una piccolissima parte del suo potere su di me veniva meno, si deve essere sentito un po’ meno indispensabile, eppure ha vinto la paura di vedermi far male, di non decidere lui per me quanto dovessi stare in piedi.
Cosa sarebbe accaduto se mio padre non mi avesse lasciato correre via, se fosse rimasto aggrappato al retro della bicicletta?
Mi vengono in mente tre possibilità, che non si escludono a vicenda: la prima, sarei cresciuto più viziato e insicuro, con una paura fottuta delle cadute che la vita inevitabilmente riserva e il rimpianto di non gustare il piacere di rialzarsi e di sentirsi bene e vitale; la seconda, la paura mi avrebbe fatto desiderare di avere sempre mio padre a reggere la bici.... insomma sarei venuto su un rincoglionito doc; la terza, mio padre mi sarebbe andato all'inizio pian piano e poi più velocemente sulle palle... “ma perchè non la lascia sta cazzo di bici e mi lascia correre come so e come voglio”, avrei pensato.
Per chi avesse avuto la pazienza di leggere fin qui, di non prendermi per pazzo, e si stesse chiedendo dove vuole portare questo discorso. Voila, forse scontato, ma tragicamente vero....
Non avete l'impressione che molti cari dirigenti della “vecchia guardia” del nostro caro pd (ma il discorso potrebbe valere per l'intero centrosinistra) siano come dei padri che sentendosi indispensabili, necessari senza mai fine, stiano attaccati alle bici delle famose nuove generazioni senza mai volersene staccare?
C’era chi se ne era andato a studiare i sistemi politici della via lattea dato che per lui l'Italia era sprecata, e adesso è tornato, intelligente più che mai, e a 61 anni fa il papà di uno di 58, disegna alleanze, strategie, alta politica insomma, roba buona per perdere le elezioni, e mica la politica è fare gli interessi generali con cose concrete, non scherziamo; c’era chi era andato in Africa solo che forse faceva caldo e allora vuole tornare, battezzare giovani e meno giovani; c’è chi ha perso a Roma, il radicale, il verde, il Partito dei Sindaci, l’Asinello, il teodem, l’api e critica di qua, e distruggi di là, sempre una bella poltrona ci sta. E ce ne sono tanti tanti altri…
Ragazze e ragazzi di tutte le età: a parole ci abbiamo provato a dire di staccarle ste cazzo di mani dalle nostre bici! Non capiscono, o forse non siamo stati capaci noi di vivere e organizzare il nostro riscatto: e allora mi sa che è rimasta una sola soluzione: scalciare forte, per liberarci da queste mani ruvide e arroganti, e correre liberi... ovviamente, per educazione, quando siamo distanti a sufficienza da non farci riagguantare, giriamoci e ringraziamoli sorridendo, poichè nessun uomo vive senza errori, e perchè in fondo ci hanno anche creduto.

Marco guglielmo

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